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IMAGO PEREGRINATIONE, 2020

Imago peregrinatione è un’opera pensata come una teca in vetro trasportabile all’interno di un plinto in legno di faggio.
Una macchina visiva per lo sguardo che attraversa il vetro per scontrarsi con ciò che è dinanzi. Un esplicito rimando al mezzo fotografico che mira al reale in maniera soggettiva, ma è in grado di evocare figure e stimolare l’immaginazione.
La scultura, dispositivo ottico, funge da filtro tra spettatore e paesaggio ed è in grado di favorire, attraverso processi intersoggettivi e relazionali, un’esperienza intima e diretta tra soggetto e realtà circostante.

Venute meno le possibilità di attivare momenti di incontro e assembramenti durante il periodo Covid-19, Imago peregrinatione, da scultura fisica e reale, è divenuta opera effimera, una modalità di fare arte che ha cambiato radicalmente il mio modo di vivere e vedere la città.
Nel corso della residenza e durante l’intero processo di ricerca che individua luoghi e comunità entro cui far agire Imago Peregrinatione – lavoro site specific di matrice performativa – ho tracciato la mappa di un territorio in espansione, indefinito e sempre mutevole.

Animus late longeque peregrinatur, “L’immagine viaggia in lungo e in largo”. Peregrinor è un verbo latino e significa soggiornare all’estero, viaggiare o peregrinare (in generale), vagare o spaziare con il pensiero e con la mente, abitare come straniero e trovarsi lontano da. Le periferie sono l’habitat ideale in cui stanzia e vive il peregrino, il migrante, il pendolare, lo straniero, l’artista, il diseredato, il lontano da casa e il senza tetto, lo sfrattato e l’esiliato.
Scegliere le periferie come luogo in cui volgere lo sguardo per osservare la città umana è una presa di posizione che mette il lavoro non solo su un piano estetico. Milano è una città che mi ha sempre affascinato per la mutevolezza e per il coraggio di guardare la realtà e pensare oltre. Nel lavoro rifletto sullo sguardo che legge il presente e genera visioni, considero l’ambiente in cui vivo e mi muovo un costante campo di azione e di ricerca per osservare cambiamenti e cercare relazioni.

Dal 2009, anno in cui mi sono trasferito per studio a Milano, ho iniziato a ritrarre i continui mutamenti nei luoghi della quotidianità. Il primo campo di ricerca è stato il quartiere Corvetto, importante porta di accesso e cuore pulsante di umanità e forza lavoro, luogo di confine caratterizzato da zone residenziali e interessato da importanti progetti urbanistici e di rigenerazione.
Attraverso una serie di “derive” urbane, ho intrapreso una prima documentazione di aree liminari da cui emergono tracce umane, simboli collettivi e scorci di civiltà che sorgono e si espandono tra campi e ferrovie: luoghi pullulanti di umanità che sopravvive precariamente alla rigenerazione urbana e alla costante spinta repressiva delle politiche di decoro messe in atto da istituzioni e mercato immobiliare.
Luoghi al margine, interstizi di resistenza, precari insediamenti, anfratti e zone franche in cui emerge una realtà autentica, “anarchica”, che rasenta (o supera di gran lunga) la legalità. Scrutando oltre le barriere naturali e artificiali che delimitano cantieri e territorio, ho scorto elementi “alieni e resilienti” (piante e animali) che vivono nella città di Milano tra parchi pubblici e aree dismesse. Nuclei abitativi precari e costruiti abusivamente, comunità eterogenee di uomini, animali domestici e discariche che emergono dalla vegetazione a poche centinaia di metri dal Duomo.

Gli incontri con le comunità sono diventati momenti conviviali e di documentazione. La raccolta di materiali di prima mano e la realizzazione di immagini istintive, e mai didascaliche, ha aiutato a riconoscermi nell’altro, a vedere ciò che sopravvive, si nasconde e si contrappone all’immagine stereotipata della metropoli funzionale e innovativa.

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Panorami contemporanei e luoghi in trasformazione è un progetto del Comune di Milano in partenariato con GAI - Giovani Artisti Italiani e Museo di Fotografia Contemporanea, in collaborazione con Comune di Padova e Comune Di Parma con il sostegno di MiBACT e SIAE, nell’ambito del programma #PerChiCrea.

Motivazioni della commissione valutativa: La giuria ritiene che nella città di Milano - veloce, multiculturale, cosmopolita - il dispositivo ottico/performativo possa attivare interessanti processi di coinvolgimento e di ribaltamento dell’esperienza urbana.

Scopri di più:
www.mufoco.org/call-residenze-di-fotografia